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Op. Abbottabad… e le zitelle del soft air

Liberamente ispirato all’operazione “Neptune Spear” e al film “Zero Dark Thirty”, il torneo “Operazione Abbottabad” – svoltosi a Orio Canavese (To) nel fine settimana del 21 e 22 giugno sul campo dei Pretoriani di Ivrea (To), organizzatori dell’evento – è stato l’occasione per testare abilità che in genere non vengono espresse nelle comuni gare di soft air.
Purtroppo, come talvolta accade negli eventi di un certo impegno, la gara ha registrato anche momenti di tensione, che immancabilmente hanno lasciato strascichi spiacevoli. Nel corso della manifestazione, due squadre si sono ritirate contestando all’organizzazione una serie di pecche, mentre una terza, accusata dalla direzione gara d’aver commesso varie scorrettezze, è stata espulsa. Alcuni partecipanti insoddisfatti, subito dopo il termine del torneo, si sono precipitati in un noto forum specializzato in “linciaggi” per mettere alla gogna il club organizzatore tacciandolo di scarsa serietà e attribuendogli numerosi errori. Ne abbiamo parlato con Gino Malanca, vicepresidente e team leader dei Pretoriani di Ivrea.

Soft Air Dynamics – Gino, alcuni partecipanti hanno lamentato problemi e disfunzioni che avrebbero compromesso il regolare svolgimento di “Operazione Abbottabad”. Ad esempio, dicono che l’addetto alla verifica della missione intelligence si lasciava individuare dalle squadre, nonostante dovesse restare occulto…
Gino Malanca – In alcuni casi, si è reso necessario palesarsi per fluidificare il gioco. Alcuni operatori, benché avessero le info corrette e nonostante passassero davanti agli informatori più volte… tra l’altro non riconoscendoli per tali… anziché seguire la segnaletica convenzionale, guardare i numeri civici e le targhe delle vie, preferivano ostinarsi a seguire il navigatore, perdendo così tempo prezioso.
SAD – Si dice inoltre che il cecchino sparasse praticamente a raffica. Non credi che gli operatori della difesa dovrebbero essere meno “competitivi” nei confronti dei partecipanti che attaccano gli obiettivi?
GM – Se ci si riferisce alla giocata in urban del sabato, si è purtroppo verificato un caso. Il cecchino è stato espulso dal game e i giocatori colpiti, in tutto due, sono stati immediatamente reintegrati. In ogni caso, l’agire sul grilletto a colpo singolo in rapida successione non è sparare a raffica. La giocata della domenica prevedeva invece l’uso della raffica in quanto si è svolta in ambiente boschivo.
SAD – Andiamo avanti: qualcuno si è lamentato che i tempi d’attesa per la discesa in corda doppia fossero eccessivamente lunghi…
GM – La frequenza delle discese in corda doppia era dettata dalle capacità degli operatori di approntarsi rapidamente ed esfiltrare. Alcuni giocatori titubanti hanno rallentato le operazioni, causando il “tappo” e il conseguente allungamento dei tempi. In ogni caso, i tempi previsti sono stati sufficienti a permettere a ciascuna squadra di arrivare in orario all’appuntamento successivo: la cena. Va anche detto che, data la necessaria cautela da osservare per consentire a ciascun partecipante una discesa in sicurezza, la fretta non era certo un argomento da considerare. Se la pazienza di qualcuno ha toccato i limiti, ne approfittiamo per ricordare che lo standby è una variabile imponderabile in una situazione operativa. Anche in autostrada, capita di far coda… così come al supermercato o dal medico…
SAD – Eppure qualcuno insiste che la sicurezza lasciasse molto a desiderare. Ora è vero che avete fatto firmare lo scarico di responsabilità ai partecipanti, ma non credi che bisognerebbe far di tutto per prevenire il rischio d’incidenti?
GM – La tecnica della discesa in corda doppia in montagna è una tipica metodologia d’emergenza da attuare quando non vi sono le condizioni per scendere in altro modo. Alla luce di ciò, ti posso assicurare che i dispositivi di sicurezza messi in atto erano di per sé più che sufficienti a scongiurare incidenti. Inoltre la prova era facoltativa, quindi coloro che a posteriori hanno manifestato il loro disappunto potevano dichiarare subito le loro perplessità e desistere. Nessuno l’ha fatto. Le critiche, quando portate con coerenza ed educazione… e possibilmente non per bocca di gente che neppure era presente all’evento… sono sempre bene accette e noi Pretoriani ne facciamo tesoro, ma non possiamo astenerci dal far notare che, quando lo stesso Cai (Club Alpino Italiano, ndr), nei suoi corsi di roccia, fa scendere gli allievi in corda doppia da pareti ripidissime senza alcun parapetto o riparo, né ambulanza o dispositivo di soccorso immediato presenti sul posto, nessuno si scandalizza e solleva obiezioni. E poi scusa… ma siete giocatori di Playstation o di soft air? State in poltrona o siete operativi? Sai quanti giocatori possono ringraziare i Pretoriani per aver imparato a gestire una manovra e una situazione che un domani potrebbe far la differenza tra il pericolo e la salvezza?…
SAD – Ma è vero che una squadra è stata espulsa?
GM – Sì, è vero, è stata espulsa per comportamento antisportivo. Ha scelto di non partecipare alla attività serale del sabato e non ha terminato le operazioni della domenica, rifiutandosi di condurre il quinto game. Inoltre ha deliberatamente e pesantemente sparato su scenografie e personaggi “civili” contravvenendo alle regole di gara e hanno insultato le comparse femminili sul secondo obiettivo. Hanno strappato i documenti anziché riconsegnarli e infine se ne sono andati senza neppure ringraziare il presidente della Legio Canavesana, che ha gentilmente messo a disposizione la propria struttura ospitandoli gratuitamente per la notte. Non paghi di ciò, hanno perseverato, insieme ad altri soggetti del tutto sconosciuti ed estranei al torneo, scrivendo nel “solito” forum report fantasiosi conditi d’ingiurie. Il tutto è stato comunque salvato e stampato… a disposizione per futura memoria.
SAD – A proposito, nel “solito” forum abbiamo letto che la quota di partecipazione era un po’ salata. È vero?
GM – La quota di partecipazione era di 50,00 euro, tutto incluso. Di questa somma, 15,00 euro erano destinati al ristorante per la cena, che comprendeva un piatto di antipasti misti, due primi, due secondi, dolce, caffè e bevande “ad libitum”. E devo dirti che… dai resoconti “a conguaglio” col gestore del ristorante, si è “libato” parecchio… forse anche troppo… viste le intemperanze di alcuni il sabato sera. Come li utilizzeremo? Come fanno tutte le squadre che organizzano tornei. Comunque, per amor di chiarezza, i proventi sono stati in parte utilizzati per coprire le spese vive, una quota è stata messa a budget per l’acquisto futuro di un defibrillatore e il resto per coprire le necessità di cassa che si presenteranno. Che altro ti aspettavi?…
SAD – Sei stato chiarissimo. Ma dimmi una cosa: perché qualcuno ce l’ha con i Pretoriani?
GM – Boh… dovresti chiederlo a questo qualcuno… ammesso che lo sappia. Per par condicio, però, chiedi anche a chi ci stima e ci è amico perché la pensa diversamente dai nostri detrattori. Sarebbe interessante aprire un dibattito sulla questione… affrontando anche lo strano fenomeno che vede il mondo del soft air trasformarsi ogni giorno di più in una piccola realtà di zitelle pettegole e astiose, più veloci di lingua che di cervello e capaci di trasformazioni incredibili se si dà loro un PC e spazi vuoti da riempire. Questo è un soft air malato… malato di protagonismo da tastiera… fatto di gente che, anziché sudare sotto un sole infernale o stare sotto una pioggia battente in attesa di una luce verde che sembra non arrivare mai, preferisce gli sproloqui infiniti sul web.
(Daniela A. Himmel)

SOFT AIR DYNAMICS

è l'unica rivista mensile a diffusione nazionale interamente dedicata allo "sport del 21° secolo": il soft air, gioco di squadra che riunisce in sé le discipline del combattimento a fuoco simulato.

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