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Quelle ragazze speciali… anche senza Instagram e TikTok

Ricordiamo le undici eroine che nel 1917 salvarono i marinai di un pontone armato in balia della burrasca. Donne d’altri tempi

Ricostruzione pittorica dell’intrepida azione di soccorso prestata dalle undici ragazze di Marotta al monitore della Regia Marina in balia della burrasca.

Nota della redazione di “Soft Air Dynamics”: in una società come quella attuale, in cui gli ideali sono completamente invertiti rispetto al passato e i modelli di vita proposti alle ragazze variano dalla finta rivoluzionaria disforica alla porno-influencer che s’atteggia a filosofa, passando per la minorenne di buona famiglia che alterna marchette a partite di padel, noi confessiamo una volta più che mai la nostra incapacità di adeguarci ai (dis)valori dell’Occidente moderno e onoriamo, nel giorno delle forze armate e in prossimità del 107° anniversario dell’incredibile episodio che qui vi raccontiamo, le giovanissime eroine che ne furono protagoniste: le undici amiche di Marotta che il 18 novembre 1917, sfidando la burrasca, andarono in soccorso di un pontone armato della Regia Marina in balia degli elementi. Sarete sempre nei nostri cuori, ragazze coraggiose!

Eroine per caso: le undici giovanissime italiane che andarono in soccorso dei marinai travolti dalla tempesta

Il 18 novembre di ogni anno, la comunità di Marotta – frazione del comune di Mondolfo, località litoranea della provincia di Pesaro e Urbino – ricorda le ragazze che, col mare in tempesta, più di un secolo fa portarono soccorso e speranza all’equipaggio del monitore armato Faà di Bruno della Regia Marina, incagliato al largo del litorale marottese.

Si trattò sicuramente di un fatto straordinario, ma la forza, il coraggio, l’abnegazione, il patriottismo dimostrato da quelle donne furono espressione di virtù e valori che tutte le italiane, nel corso della guerra, condivisero sostenendo strenuamente lo sforzo bellico, o come lavoratrici (in sostituzione degli uomini), o anche “solo” come madri di famiglia, e spesso prestando servizio come crocerossine negli ospedali militari.

I fatti del 18 novembre 1917

Il regio monitore Faà di Bruno era un grosso pontone armato semovente. Dislocava 2854 tonnellate e derivava dalla modifica di un ex pontone gru della Regia Marina (il G.A. 43).

Impostato il 10 ottobre 1915, presso i Cantieri dell’Arsenale Marina Militare di Venezia, fu varato il 30 marzo 1916 ed entrò in servizio il 1° aprile 1917.

Il monitore – ovvero pontone armato – della Regia Marina “Faà di Bruno”.

Potentemente armato con due cannoni da 381/40, quattro da 76/40 e due mitragliere da 40 mm, aveva un equipaggio composto di 45 uomini tra ufficiali, sottufficiali e marinai. Due motrici alternative gli consentivano una velocità di tre nodi. Come altre unità similari, era stato realizzato per affiancare l’esercito appoggiando, per quanto possibile, le operazioni sul fronte terrestre e le difese costiere.

Il suo primo impiego operativo avvenne il 18 agosto 1917 bombardando le posizione austriache durante l’undicesima battaglia dell’Isonzo.

A seguito dei fatti di Caporetto si dispose il suo trasferimento ad Ancona insieme al quasi gemello Cappellini. Purtroppo, il 18 novembre 1917, furono sorpresi da una violenta tempesta. Il Cappellini si capovolse ed affondò con la perdita di oltre 60 uomini mentre il Faà di Bruno, spezzati anch’esso i cavi di rimorchio, grazie all’azione del suo comandante, capitano di corvetta Ildebrando Goiran, fu portato ad incagliare nei pressi del borgo di Marotta (Pesaro). L’equipaggio rimasto a bordo fu aiutato in quel frangente, nonostante la tempesta in corso, da undici coraggiose ragazze che postesi ai remi di un palischermo raggiunsero l’unità e la rifornirono di viveri, frutta e alcune damigiane accompagnate da un biglietto che diceva: «Le spose di Marotta offrono ai Marinai d’Italia un bicchiere di vino».

Una di esse poi, gettatasi arditamente a nuoto, riuscì a svolgere fino alla riva una sagola che consenti di filare dei cavi d’ormeggio per impedire che l’unità venisse trascinata nuovamente al largo.

Le undici eroine di Marotta (alcune delle quali, all’epoca dei fatti, avevano un’età compresa tra i 13 e i 17 anni) qui ritratte il giorno del conferimento della medaglia di bronzo al valor di marina.

Dopo la guerra, il 24 agosto 1919, le undici eroiche ragazze furono decorate con la medaglia di bronzo al valor marina. I loro nomi: ai remi Giustina Francesconi, Silvia Ginestra, Teresa Isotti, Edda Paolini, Arduina Portavia, Emilia Portavia, Emilia Portavia di Nicola, Maria Portavia, Nella Portavia, Erinna Simoncelli, e l’undicesima, la giovanissima sposa Maria Zampa, alla barra del timone. […]

(L’articolo riportato sopra è tratto da La Voce del Marinaio)

Per leggere un altro interessante articolo sulla vicenda dei pontoni armati e delle undici eroine, clicca QUI.

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