Al parco in mimetica e fucile da soft air, semina il panico
Al parco con mimetica e fucile, ma sono da soft air. Minorenne provoca il panico a Imola
Articolo tratto da Il Nuovo Diario Messaggero
Un’autentica caccia all’uomo è stata messa in atto dai carabinieri e dalle forze di polizia di Imola nel pomeriggio di ieri, mercoledì 15 dicembre, dopo alcune segnalazioni di un uomo che si aggirava con fare sospetto all’interno di un parco della città indossando un giubbotto antiproiettile e imbracciando un fucile d’assalto, rivelatisi poi solo delle repliche usate per l’attività del softair.
Sei pattuglie delle forze di polizia imolesi tra carabinieri, polizia di Stato e municipale si sono subito messe alla ricerca del soggetto, coadiuvati dai carabinieri della stazione di Casalfiumanese.
Sono stati proprio i militari ad individuare l’autore del gesto in un minorenne all’interno di un appartamento situato nelle vicinanze del parco da dove era scattato l’allarme.
«Il soggetto», fanno sapere i carabinieri, «studente incensurato, dopo aver ammesso le proprie responsabilità, nate da un passatempo, si è scusato con i carabinieri per aver procurato il panico».
L’indumento mimetico e il fucile (in foto), replica di un modello in uso alle forze armate, sono stati sequestrati.
In serata è arrivato il commento di Luca Nediani, presidente dell’associazione Special Force Group Soft Air Imola che ha specificato «ci preme prendere le distanze da quanto accaduto, poiché siamo consci del fatto che, episodi del genere potrebbero ledere la nostra immagine», assicurando poi che «il ragazzino in questione non è assolutamente facente parte della nostra associazione».
«Da anni», ha continuato il presidente dell’associazione sportiva iscritta a un ente di promozione sportiva riconosciuta dal CONI, «ci impegniamo sul campo, tentando di fare informazione e spronando a iscriversi in una associazione regolamentare i ragazzini che, ignari delle leggi, giocano nel cortile di casa o peggio in parchi pubblici. Questo episodio, non può che spronarci a continuare questo lavoro informativo, per far sì che queste cose non accadano mai più».
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