ASG convertite in armi da fuoco vere. Possibile?
Nota della redazione di “Soft Air Dynamics”: è da quando le ASG fecero la loro comparsa – quindi più o meno da trent’anni – che ci occupiamo di questi dispositivi e dei corrispondenti sistemi reali, e qualcosa ne sappiamo. Con tutti gli sforzi d’immaginazione che possiamo autocostringerci a fare, rimaniamo fermamente dell’idea che una replica da soft air non sia tecnicamente convertibile in un’arma da fuoco. Ecco, magari i colleghi dell’ANSA e delle testate generaliste che hanno riportato la notizia che segue sanno cos’è un’ASG, ma forse ignorano cosa sia una pistola vera, anche di piccolo calibro, che potenza sprigioni, le pressioni spaventose cui va soggetta la camera di scoppio e le sollecitazioni fortissime che subisce la struttura del manufatto. Una pistola a gas o CO2, per diventare un’arma da fuoco, richiederebbe praticamente la sostituzione di tutte le parti che la compongono con elementi real steel, tanto varrebbe comprare l’arma intera al mercato nero. Pronti a ricrederci, naturalmente, ma siamo convinti, fino a prova contraria, che quelle di cui parla l’articolo non fossero repliche da soft air, bensì qualcos’altro. Armi a modesta capacità offensiva? Scacciacani? Armi inertizzate? Indagheremo.
Armi giocattolo modificate per renderle vere, scoperto un laboratorio a Roma
Corrispondenza di ANSA.it
(ANSA) – Un laboratorio in cui le armi giocattolo, le soft air, venivano modificate e in grado di utilizzare munizionamento convenzionale. È quando scoperto dai carabinieri della Compagnia di Roma Montesacro che hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip del Tribunale di Roma, su richiesta della Procura nei confronti di tre uomini, gravemente indiziati dei reati di «porto e detenzione di arma comune da sparo, ricettazione di arma di provenienza furtiva, detenzione di munizionamento».
Durante le perquisizioni, eseguite nel corso delle fasi esecutive dell’ordinanza, presso l’abitazione di uno degli arrestati, ad Ardea, alle porte di Roma, i carabinieri hanno scoperto un locale adibito a laboratorio, munito di attrezzatura tecnica per ricaricare le munizioni e modificare le armi del tipo “soft air”, alterandole in modo tale da renderle in grado di sparare proiettili veri.
Le indagini che hanno portato all’emissione dell’ordinanza di custodia cautelare, coordinate dalla Procura della Repubblica di Roma, sono state eseguite dai carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Roma- Montesacro, e nascono da un controllo, effettuato nel quartiere popolare romano di San Basilio da una pattuglia dell’Arma, impegnata nel quotidiano controllo del territorio, di un’auto con a bordo alcuni soggetti sospetti che una volta perquisiti sono stati trovati in possesso di passamontagna, guanti da far ipotizzare che fossero in procinto di commettere un grave reato.
Le verifiche hanno portato all’individuazione di un uomo italiano ed incensurato, poi arrestato in flagranza, gravemente indiziato di trasportare per conto di uno degli indagati, da Ardea a Roma, due pistole di provenienza furtiva e munizionamento, raccogliendo inoltre elementi indiziari circa il coinvolgimento, a vario titolo, nella custodia e detenzione delle predette armi di altri quattro indagati (di cui tre colpiti dall’odierna ordinanza). Nel laboratorio, all’interno di un vano segreto ricavato nel muro, sono state trovate sedici armi tipo “soft air” alterate in grado di utilizzare munizionamento convenzionale; due pistole artigianali; tredici silenziatori artigianali; parti di armi alterate; munizionamento vario e attrezzatura tecnica per ricarica munizioni.
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