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Dopo i vandalismi, in carcere ci vanno i softgunner

Nota della redazione di “Soft Air Dynamics”: è sicuramente un paradosso, come afferma l’autore dell’articolo riportato qui sotto, che un complesso di edilizia pubblica ormai terminato, costato ai contribuenti due milioni e mezzo di euro, venga destinato alla pratica del soft air. Ma tant’è, l’Italia è questa, e l’alternativa resta il degrado. Dunque ben vengano i sindaci lungimiranti come quello di Borgo Mantovano e i club volonterosi e animati da spirito d’iniziativa come il Blue Devils Softair Team di Mantova, grazie ai quali si assicura per lo meno la conservazione di un bene di valore che potrebbe, in futuro, tornare utile alla collettività.

Il carcere di Revere mai finito costato 2,5 milioni: ora sarà usato per giocare a softair

Comodato gratuito per 2 anni in cambio della manutenzione. Il sindaco di Borgo Mantovano: «Soluzione ponte, nessuno voleva gli immobili»

Articolo di Francesco Romani per Gazzetta di Mantova

Revere, Borgo Mantovano (Mn), 25 agosto 2023 – Il carcere modello costato due milioni e mezzo, costruito alla fine degli anni’80 e quasi completato. Rimasto inutilizzato, depredato, vandalizzato sino a che nel 2011 il ministero di Grazia e Giustizia, non sapendo che farsene, ha ceduto l’immobile ormai inagibile al Comune di Revere, oggi Borgo Mantovano. Da allora sono passati dodici anni di tentativi, richieste, proposte di utilizzo le più disparate, da una casa francescana ad alloggi per anziani, da sito per addestrare i cani da ricerca nelle macerie a una parafarmacia. Approcci tutti naufragati dopo i sopralluoghi che hanno preso atto della condizione di degrado e fatiscenza e dei costi enormi di per ripristinarne l’agibilità, equivalenti a quelli della stessa costruzione, due milioni e mezzo.

Al Comune è rimasto in mano il cerino. Nonché da pagare i costi di ordinaria manutenzione e di saltuaria guardiania per evitare che i diecimila metri quadri a poca distanza dall’ospedale Destra Secchia degradino ancor più in una discarica di rifiuti oppure ricovero per sbandati. Per questo l’amministrazione del sindaco Alberto Borsari ha accettato la proposta dell’associazione sportiva Blue Devils Softair Team di utilizzare il sito inagibile da destinare come campo di addestramento della guerra simulata in cambio, per due anni, dell’ordinaria manutenzione, della rimozione di parti pericolanti, del ripristino di recinzioni e cancelli per chiudere l’area agli estranei.

E mentre nelle carceri italiane si continua a morire per il sovraffollamento ed il ministero della Giustizia cerca disperatamente spazi. È un paradosso che un carcere quasi finito sia destinato a giocare. Un paradosso che racconta molto di un’Italia dei grandi lavori pubblici finiti in cattedrali nel deserto.

«Quando l’immobile è finito nel nostro patrimonio», spiega il sindaco, «abbiamo battuto tutte le strade, anche le più impensabili, perché l’edificio fosse usato a fini sociali, sanitari». Ma il tempo è stato inclemente e i vandali hanno fatto il resto. La palazzina fronte statale, che doveva contenere gli alloggi delle guardie e l’appartamento del direttore, era finita. Nel tempo sono spariti gli infissi, gli impianti, le suppellettili. Svuotata come le celle, dalle quali sono stati rubati anche i termosifoni in ghisa. È rimasto un guscio vuoto, dove solo la parte muraria teoricamente si è salvata.

«In queste condizioni, dopo ogni sopralluogo nel quale abbiamo accompagnato enti o privati interessati, ci siamo sempre sentiti dire che non ne valeva la pena perché i costi erano troppi. Per questo il consiglio comunale ha approvato la convenzione con la società di softair che ha garantito perlomeno manutenzione e una presenza in grado di dissuadere malintenzionati. Ma si tratta per ora di una soluzione ponte, di due anni, nel corso dei quai, se dovessimo ricevere una proposta, siamo iberi di sciogliere la convenzione senza costi. Abbiamo le mani libere e ci sarà chi fa la manutenzione dell’area. Di più, per ora non potevamo fare».

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