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Nenonazisti trasformano ASG in armi vere? Ma per favore…

Nota della nostra redazione: nuovo polverone giudiziario ed ennesima esposizione “trionfale” – per la gioia dei giornalisti mainstream – di paccottiglia varia, presumibilmente raccattata dai pericolosissimi neonazisti in oggetto a questo articolo tra i negozi di souvenir di Predappio e San Marino. Nel testo, tratto dal sito d’informazione dell’agenzia AGI, si dice addirittura che gli epigoni di Adolf Eichmann avrebbero trasformato delle pistole da soft air in armi vere. Possiamo farci una risata? È meccanicamente e fisicamente impossibile! Ora, cari colleghi della stampa generalista, la domanda sorge spontanea: ma davvero credete che siamo tutti scemi?

C’è stato un blitz contro le organizzazioni neonaziste in tutta Italia

Ventisei indagati e perquisizioni nelle province di Napoli, Caserta, Avellino, Siena, Roma, Torino, Ragusa, Lecce e Ferrara. Si addestravano con milizie ucraine e avevano modificato armi soft air perché sparassero proiettili veri

Articolo tratto da AGI Agenzia Giornalistica Italia

AGI, 19 otto0bre 2021 – Usavano chat e piattaforme Telegram e WhatsApp, si addestravano in maniera costante e avevano rapporti con organizzazioni ultranazionaliste ucraine apertamente neonaziste quali il Battaglione Azov.

Sono questi alcuni dei risvolti investigativi che hanno portato alle perquisizioni nel napoletano, nella provincia di Caserta e Avellino ma anche a Roma, Siena, Lecce e Ferrara, coordinate dai pm di Napoli che indagano su una organizzazione sovversiva suprematista e neonazista. Setacciati abitazioni e uffici di 26 persone.A maggio scorso i pm di Napoli avevano già disposto perquisizioni nei confronti di alcuni degli indagati, dopo l’intercettazione di messaggi nei quali si faceva riferimento alla disponibilità di armi e alla programmazione di azioni violente eclatanti.

L’addestramento nei campi neonazi
Perquisizioni che hanno permesso di sequestrare munizioni, armi – tra cui alcuni lanciagranate – abbigliamento tattico militare e device che poi sono stati oggetto di accertamenti tecnici. L’analisi dei dati acquisiti ha confermato l’ipotesi che l’associazione neonazista si era organizzata ed era caratterizzata da una compartimentazione gerarchica, addestrava militarmente i suoi componenti e alcuni hanno frequentato anche all’estero corsi per l’utilizzo di armi da sparo corte e lunghe e per il combattimento corpo a corpo. Le perquisizioni hanno riguardato anche persone non indagate ma che avevano contatti frequenti con gli indagati.

Il proselitismo tra i no vax
Per fare proseliti, l’associazione neonazista individuata dai pm di Napoli era vicina a posizioni no vax. Le persone ritenute dagli inquirenti a capo del gruppo sono Maurizio Ammendola e Michele Rinaldi, rispettivamente di 40 e 46 anni, presidente e vice presidente dell’Ordine di Hagal ai quali viene contestato anche il possesso di armi.

Negazionisti e adoratori di Hitler
La base operativa dell’associazione neonazista era in provincia di Napoli. Era lì che capi e adepti si vedevano, gestivano i contenuti da inserire sulle pagine web e soprattutto, come emerge dalle indagini venivano svolte anche attivita’ paramilitari e addestramento all’uso delle armi. Simulazioni di corpo a corpo e assalti avvenivano nei campi del Napoletano e del Casertano con ex militari e combattenti ucraini.

L’arsenale consisteva in armi “soft air” modificate per sparare proiettili veri. Il gruppo svolgeva lezioni in presenza e via social per estendere la propria rete di proseliti. Un ‘insegnamento’ dalla forte matrice suprematista e negazionista della shoah con simbologia e riti hitleriani.

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